Il giorno dopo i tre milioni e mezzo di votanti alle primarie, “Il Giornale” di Paolo Berlusconi titola “Truffa”, e strilla (allegro) sui brogli: “Abbiamo votato in più seggi, ecco le prove”. Con le foto esibite in prima pagina.
Il giorno dopo i cinque milioni di operai e di pensionati in fila per il referendum sul Welfare, Marco Rizzo dei Comunisti italiani ha strillato (allegro) sui brogli: “Abbiamo votato in più seggi, ecco le prove”. Con le foto esibite a Porta a Porta.
Questa scintillante equivalenza – di metodo, di parole, di meccanismi mentali, di miseria intellettuale – non dirà quasi nulla agli interessati, pazienza, uno e l’altro ci campano, arraffando, con il discredito che riescono a generare sugli avversari, quei passaggi televisivi che li rende lieti e vivi, nel loro declino.
Molto dovrebbe dire ai tanti della cosiddetta “sinistra radicale” avviati verso una deriva di propria e di altrui dissoluzione. Così incapaci di condividere le responsabilità di governo da assumersi, giorno per giorno, l’onere di smantellarne un pezzetto. Arrivando a coprire di nero fumo ogni piccolo vantaggio per cancellarlo il più possibile. Ci sono più soldi nelle casse dello Stato? E’ il momento del braccio di ferro su come spenderli. Ce ne andiamo dall’Iraq? Era ora, adesso dobbiamo andarcene anche dall’Afghanistan. Vengono distribuite più risorse per le pensioni più basse? Non basta, gli aumenti sono troppo esigui. Viene approvata la finanziaria? Daremo battaglia in Parlamento.
E’ mai possibile tanta cupa ostinazione? E questa bruciante insofferenza si placherà prima che il bosco vada in cenere?